Minori a rischio di povertà

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Minori a rischio di povertà

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Quota di minori (0-17 anni) che si trovano a rischio di povertà, in situazione di grave deprivazione materiale e che vivono in famiglie a intensità lavorativa molto bassa. 

In Piemonte, nel 2022 la quota di minori che vivono in famiglie a rischio di povertà o esclusione sociale è il 16,2%. Tra le regioni del Nord, ad eccezione dell'Emilia Romagna, il Piemonte registra una diminuzione di minori a rischio disagio superiore alla media delle altre regioni settentrionali. Rispetto all'anno precedente vi è una decisa riduzione dei minori a rischo povertà grazie alla ripresa dell’economia dopo la crisi pandemica e l’incremento dell’occupazione e dei redditi familiari. I dati presentano una situazione particolarmente grave nelle regioni del Mezzogiorno in cui nel 2022 si osservano quote superiori al 50% (Campania 57,5%)  con un trend negativo stabile nel tempo.

Elaborazione IRES dati su Eu-SILC, ISTAT

A partire dal 2021 l'Eurostat, e di conseguenza l'Istat, hanno modificato la definizione operativa dell'indicatore per rispondere in modo più efficace agli obiettivi dell'Agenda Europa 2030. Poichè lo scostamento tra l'edizione passata e l'attuale è lieve, è stato deciso di mantenere l'intera serie storica, ma i dati antecedenti al 2021 non potranno essere confrontati con le annualità successive, compreso il 2021.  

L'indicatore è dato dalla somma dei minori (0-17 anni) che si trovano in almeno una delle seguenti tre condizioni: 1) vivono in famiglie a rischio di povertà; 2) vivono in famiglie in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale (indicatore Europa 2030); 3) vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (indicatore Europa 2030). Le persone sono conteggiate una sola volta anche se sono presenti su più sub-indicatori. Le persone a rischio di povertà sono coloro vivono in famiglie con un reddito equivalente inferiore al 60 per cento del reddito equivalente mediano disponibile, dopo i trasferimenti sociali. Le persone in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale (indicatore Europa 2030) sono coloro che vivono in famiglie che registrano almeno sette segnali di deprivazione materiale e sociale su una lista di tredici (sette relativi alla famiglia e sei relativi all¿individuo) indicati di seguito. Segnali familiari: 1) non poter sostenere spese impreviste (l'importo di riferimento per le spese impreviste è pari a circa 1/12 del valore della soglia di povertà annuale calcolata con riferimento a due anni precedenti l'indagine); 2) non potersi permettere una settimana di vacanza all'anno lontano da casa; 3) essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito; 4) non potersi permettere un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, cioè con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano; 5) non poter riscaldare adeguatamente l'abitazione; 6) non potersi permettere un'automobile; 7) non poter sostituire mobili danneggiati o fuori uso con altri in buono stato. Segnali individuali: 8) non potersi permettere una connessione internet utilizzabile a casa; 9) non poter sostituire gli abiti consumati con capi di abbigliamento nuovi; 10) non potersi permettere due paia di scarpe in buone condizioni per tutti i giorni; 11) non potersi permettere di spendere quasi tutte le settimane una piccola somma di denaro per le proprie esigenze personali; 12) non potersi permettere di svolgere regolarmente attività di svago fuori casa a pagamento; 13) non potersi permettere di incontrare familiari e/o amici per bere o mangiare insieme almeno una volta al mese. Le persone che vivono in famiglie a intensità lavorativa molto bassa (indicatore Europa 2030) sono coloro che vivono in famiglie per le quali il rapporto fra il numero totale di mesi lavorati dai componenti della famiglia durante l'anno di riferimento dei redditi (quello precedente all'anno di rilevazione) e il numero totale di mesi teoricamente disponibili per attività lavorative è inferiore a 0,20. Ai fini del calcolo di tale rapporto, si considerano i membri della famiglia di età compresa fra i 18 e i 64 anni, escludendo: gli studenti nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni, coloro che si definiscono ritirati dal lavoro o che percepiscono un qualunque tipo di pensione (escluse quelle di reversibilità o ai superstiti), gli inattivi nella fascia di età tra i 60 e i 64 anni che vivono in famiglie dove la principale fonte di reddito è da pensione (escluse quelle di reversibilità o ai superstiti). Le famiglie composte soltanto da minori, da studenti di età inferiore a 25 anni e da persone di 65 anni o più non sono incluse nel calcolo dell'indicatore. Gli individui sono conteggiati una sola volta anche se sono presenti su più sub-indicatori. Sono considerati a rischio di povertà coloro che vivono in famiglie con un reddito equivalente inferiore al 60 per cento del reddito equivalente mediano disponibile, dopo i trasferimenti sociali.

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