Basso livello di istruzione

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Percentuale di popolazione adulta (25-64 anni) che ha raggiunto un livello di istruzione al massimo della secondaria di primo grado (secondo la classificazione internazionale ISCED 2011, livelli 0-2) sul totale della popolazione adulta in età 25-64 anni.

Le competenze che si acquisiscono attraverso il percorso di istruzione formale e le formazione lungo tutto il corso della vita sono fondamentali per meglio affrontare e comprendere il mondo che ci circonda, per saperci muovere all’interno dello stesso, per svolgere lavori maggiormente aderenti alle nostre aspettative, ma anche per meglio sopportare i rischi del mercato del lavoro quali la disoccupazione e la mobilità professionale. Un livello di istruzione basso della popolazione adulta viene quindi considerato come una possibile indicatore di scarsa Autonomia e Sicurezza, soprattutto perché segnala una fragilità di parte della popolazione e una maggiore esposizione al rischio di disoccupazione.
La percentuale di adulti (25-64 anni) che non hanno proseguito gli studi oltre le scuole medie inferiori, in costante diminuzione tra il 1998 e il 2022, è in Piemonte poco più elevata di quella delle altre regioni del Nord (36% nel 2022), ma lo è ancor più rispetto a quella delle altre regioni europee di confronto.
Scendendo a livello provinciale possiamo notare che la provincia di Torino mostra frequenze di adulti con bassi livelli di istruzione più contenute. Dai dati si vede un processo di convergenza più veloce delle provincia di Novara e Asti verso i livelli di quella torinese, mentre le altre province si stanno avvicinando con maggiore lentezza. 

EUROSTAT, ISTAT, Indagine sulle Forze lavoro (LFS).

Il Regolamento (UE) 2019/1700 del Parlamento europeo e del Consiglio, che si applica a decorrere dal 1° gennaio 2021, ha stabilito requisiti più dettagliati e vincolanti per le statistiche europee su persone e famiglie basate su dati a livello individuale ottenuti su campioni, con l’obiettivo di migliorarne l’armonizzazione. Pertanto, a partire dal 2021 la nuova rilevazione Forze di lavoro ha recepito le indicazioni del Regolamento, introducendo cambiamenti nelle definizioni di famiglia e occupato e utilizzando un nuovo questionario. Per rendere confrontabili le nuove stime rispetto ai dati riferiti agli anni passati l'Istat ha provveduto a ricostruire le serie storiche dei principali indicatori del mercato del lavoro a partire dal 2018.
Break nella serie storica: il 2018 e successivi sono discontinui rispetto alla serie storica precedente